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#PianiParalleli

«…Difatti non riesco nemmeno a capire quel che faccio: non faccio quel che voglio, ma quel che odio. Però se faccio quel che non voglio, riconosco che la Legge è buona. Allora non sono più io che agisco, è invece il peccato che abita in me. So infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c’è il desiderio del bene, ma non c’è la capacità di compierlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio. Ora, se faccio quel che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me.Io scopro allora questa contraddizione: ogni volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male..»

La Sacra Bibbia – Romani 7,14-20

 

Susanna Conoci nasce a Roma, e scrive dall’età di undici anni.
Non ha facebook. Non cinguetta. Non è online.
Ma non sapeva nemmeno che l’amore per la poesia e la letteratura sarebbe stata la sua passione più grande.
Il suo quaderno è l’archivio portatile costantemente fitto di pensieri e momenti ispirati, e sostenere uno scambio personale è l’unica chiave per metterle like.
Frequenta attualmente studi di filosofia presso l’Università degli studi di Roma3, ed è conosciuta per aver partecipato a contest di natura letteraria facendo delle sue poesie uno strumento catartico, donando a chi legge un momento di particolare riflessione emotiva. Ha vinto,infatti, due primi premi e una segnalazione della giuria al concorso di poesia Giovanni De’Cinti.  Inoltre, è stata pubblicata una sua composizione nella raccolta Impronte è disponibile online, anche in modalità digitale.

Susanna è timida,
osserva il mondo con occhi grandi e prende nota delle emozioni che la circondano.
In tutta la sua semplicità sa far luce su grandi considerazioni e spesso quello che non dice ma scrive, sono le parole più forti.

«La mia intenzione era di dar vita, d’inchiostro ad una condizione che trovavo assurda: l’uomo non è capace di amare, almeno non da se stesso. Questa è una realtà che mi ha messo spesso in discussione, mi ha fatto fare i conti con me stessa, con le mie incapacità, le mie debolezze. Non vorrei fare il male che faccio, vorrei fare il bene. È un’idea di san Paolo che mi affascina sempre moltissimo..»